INPS, non è un attacco hacker
L’Accademia Italiana Privacy approfondisce cosa c’è dietro alla débâcle del sito ufficiale dell’Istituto Nazionale Previdenza Sociale e spiega perché l’ipotesi di un’operazione da parte di cyber criminali non convince.
Ci risiamo: l’utilizzo da parte degli enti pubblici di tecnologie insufficienti per erogare i servizi ha mietuto com’era prevedibile un’altra vittima eccellente : L’INPS.
Infatti nel giorno della richiesta di accessione al contributo di 600 euro alle Partite Iva, l’intero sistema è andato in tilt: i dati di tutti i richiedenti che apparivano in chiaro, pagine che non si trovavano, disservizi vari. Finché non è giunta la spiegazione direttamente dalle parole del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico: “Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi e anche stamattina violenti attacchi hacker”, “abbiamo dovuto sospendere temporaneamente il sito dell’istituto” aggiungendo che “nei giorni scorsi abbiamo informato le autorità di sicurezza nazionale, polizia e ministri vigilanti”. In pratica il portale dell’INPS è stato temporaneamente chiuso per mezza giornata.
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